Mercoledì 10 maggio 2023 – Il Risveglio

Resto sdraiata nel letto mentre ascolto la melodia di centinaia di uccellini.  Non si percepiscono altri rumori. Sono molto distante da casa, dove il cantare incessante della natura è soffocato dal frastuono assordante del traffico 

Decido alla fine di alzarmi e mettere sul fuoco un pentolino d’acqua. Mi preparo una tisana allo zenzero e arancia . 

Sono appena le 5.30 del mattino, quando  mi siedo in veranda con la tazza bollente tra le mani. Penso che potrei trascorrere una vita intera a fotografare, dipingere o semplicemente descrivere ciò che i miei occhi possono ora osservare.

L’orizzonte è lontano. Il cielo spruzzato di sfumature grigio azzurre  fa da fondale di un panorama incantevole. 

Dall’alto osservo, la striscia di terreno coltivato che dalla strada scende fino all’antica salina: Un triangolo lacustre separato dal mare da una striscia di massi di natura lavica. Sulla sinistra, il piccolo faro bianco e solitario. 

Il mare separa questa da un’altra delle isole dell’arcipelago eoliano. Lipari emerge dalle acque occupando gran parte della visuale frontale. Si distinguono nitidamente alcuni centri abitati.  

 Ieri sera prima di andare a dormire, il mio sguardo si  è fermato  per lungo tempo ad osservare tanti piccoli lumi sparsi nel buio. Ho pensato fosse impossibile sentirsi soli.

L’ampia veranda, in cui sto sorseggiando la tisana, è semplice e al tempo stesso magnifica.

Il pavimento in cotto, il muretto bianco in netto contrasto con le maioliche dalle tonalità del cielo, il pergolato in legno scuro, ricoperto di canne dai toni neutri donano, insieme alle bianche colonne circolari, donano all’insieme un certo senso di sicurezza solidità.

Una pesante tovaglia di filo, color sabbia e un piatto di ceramica decorano il tavolo di legno massello,  bianco. A sinistra della veranda, due poltrone e un tavolino da caffè.

  I mobili scoprirò poi, sono opera del papà di Loredana. Artigiano del legno. Tutto in casa è opera sua. Dopo anni, dalla sua scomparsa, questi mobili come molte altre sue maestranze sull’isola ne fanno sentire ancora viva la presenza.  

 Immagino come potrebbe essere, trascorrere intere settimane a scrivere su quel tavolo così pesante da spostare o a leggere, stando seduta su queste poltrone. Impossibile mantenere alta la concentrazione perché più forte sarebbe il bisogno di assicurarsi che la meraviglia e la bellezza del luogo siano ancora tutte lì e non siano solo un incantesimo di breve durata.

Finisco la tisana e mi preparo per uscire. Ho un pulmino da prendere.

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