
Oggi sono 50.
Il decennio appena trascorso è stato un periodo di rivoluzione e sconvolgimento. Morte e rinascita. Un periodo che ha visto molto buio e in ultimo anche tanta luce. Ma mi sento di dire che ce l’ho fatta a sopravvivere a me stessa. E ho imparato anche a ballare sotto la pioggia.
Ancora faccio fatica a guardare alla donna che sono stata con compassione e sguardo amorevole. Ancora devo compiere uno sforzo. Ancora cado preda della paura delle emozioni vissute, del passato. Ma ho imparato a sentirle, accoglierle e non fuggirle. Riconoscerle. E dopo un bel respiro, lasciarle uscire e fluire via.
Sono momenti lunghi che decido di trattenere e il buio che ci può essere in quei luoghi del tempo e della memoria non mi spaventano più quando li osservo con l’amore, la tenerezza che mostro per le cose belle. Il dolore nel buio ho imparato a rispettarlo, perché è io tanto quanto la gioia nella luce.
Da quando ho iniziato lentamente ad accettare tutto di me, mi sono sentita viva. Trovare la luce è diventato non solo più facile e veloce, ma anche un percorso piacevole da percorrere.
Rifiutare il mio corpo e la sua fisicità per i primi cinquant’anni mi ha sottratto dal vivere il piacere. L’energia che ho, privata di quel peso insopportabile, ha permesso alla mia anima di vivere un dialogo interiore costante. Ho imparato a conoscermi e apprendere come essere finalmente libera.
Non avere più regole se non quelle di mantenere attivo il dialogo costante con me stessa. Non scappare, ma restare in ascolto senza avere paura di provare qualcosa. Accogliere il disagio, imparare a riconoscerlo, ascoltarlo e legittimarlo: “SONO OK COSÌ COME SONO“.
Questa è l’unica verità possibile e il mio corpo, con attenzione, la traduce in pensiero ragionato. Lavoro ancora giornalmente perché ora non mi spaventa più provare dolore. C’è voluto molto tempo e tanta vita è trascorsa nel mezzo, ma la somma non è arbitraria. Quello che conta è ciò che resta quello che pone le basi per costruire ogni giorno, mattone dopo mattone. Non un muro, ma una strada da percorrere fino alla fine, il tempo che mi sarà concesso.
Celebro i miei 50 con una Pavlova e tanti pasticcini. Una giornata in giro a visitare musei da turista nella mia città. E poi, con il tempo, un paio di viaggi che ho lasciato troppo a lungo sospesi nel labirinto dei desideri.
Inizio il nuovo decennio con il desiderio di celebrare la vita ogni singolo giorno.