Ritorno a casa

<< Non guardarmi in quel modo.>>

<<Quale modo?>>

<<Con Quella faccia lì.>>

<<E che faccia ho, io non mi vedo dimmelo tu.>>

<<Hai la faccia di una che vede la sconfitta dritta davanti a sé.>>

<<OH!… Davvero?!?! Mi spiace.>>

<<Non é vero.>>

<<Mi spiace perché non era mia intenzione.>>

<<Eppure é così che mi guardi.>>

<<Scusa.>>

<<Mi fai incazzare. Sei lì ferma a guardarmi dritta negli occhi, silenziosa a giudicarmi senza un cenno di compassione. Rigida e ferma nelle tue convinzioni.>>

<<Ma veramente …>>

<<No! tu niente. Sei solo una stupida.>>

<<Ma …>>

<<Ma cosa? Sempre a giudicare gli altri e me per prima. Vai al diavolo! Lasciami in pace. Ma pensa te, é gia stata una pessima giornata, ho rischiato di non farcela, ho avuto paura di fare tardi e per una volta che mi sono svegliata così bene…..Era da forse un anno che non mi sentivo così al risveglio. Mi sono sentita come avvolta in una nuvola. E’ stata la mia condanna. Sono destinata al fallimento. Perché non riesco a godere neanche di quella piccolissima gioia? Subito, la trasformo in rifiuto. Ho fatto tardi, ho corso tutto il giorno per recuperare il tempo perso avvolta nella nuvola calda. Ora sto tornando a casa, sconfitta. Urlo dentro, la gola è serrata, il nodo stringe. Ci mancava solo questa. Vorrei fuggire ma non mi è concesso. Le catene al polso me le sono messe il giorno che ho scelto la mia strada. Facile ora che è in mio potere di cambiare vita. E tu? Ancora li a giudicarmi? Possibile mai che ogni volta che giro lo sguardo, ti trovo lì a fissarmi? Una volta la faccia, una volta i capelli poi le mani, le unghie e la pancia. Ma guardati tu, piuttosto! Avresti proprio bisogno di una revisione. Dovresti andare a nasconderti. Dovresti scomparire. Cos’è adesso non rispondi più? Che vigliacca che sei. Non hai nulla da rispondere. Eppure prima sembrava che volessi dirmene così tante. Ma perchè ancora perdo tempo con te. Ecco ci mancava solo questo: Siamo fermi. Fuori ormai si è fatta notte. La giornata è finita. Adesso che torno, vedi che mi aspetta. Che ne sai tu di me? Del mio personale inferno, costruito mattone dopo mattone con gioia e il sorriso sulle labbra. Mi sono costruita la gabbia da cui esco solo per altri che per me. Mi sento soffocare. Manca l’aria, tutta questa gente. Corro. Si forse la soluzione è quella. Tanto chi vuoi che se ne accorga.>>

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